Book of Kells
Book of Kells occupa un posto speciale nella storia dell’arte occidentale come coronamento della tradizione manoscritta insulare. Creato intorno all’800, è sopravvissuto alle incursioni Vichinghe e al furto delle sue copertine ingioiellate. Chiamato per il monastero di Kells, della Contea di Meath, in Irlanda, il libro è stato portato lì dopo che la comunità monastica di Iona fuggì dalle incursioni all’inizio del IX secolo.
In tutte le pagine del Libro è presente una qualche forma di decorazione, sono presenti pagine con illustrazioni figurative a piena pagina con immagini straordinarie e ricche di dettagli enigmatici. Sono, tuttavia, le pagine iniziali di ogni Vangelo le più meravigliose del Book of Kells. La pagina dell’incarnazione, del monogramma Chi-Rho, è forse l’esempio più famoso di calligrafia insulare.
Realizzato dalla comunità monastica fondata da Colmcille (San Colombano) sull’isola di Iona nell’odierna Scozia, questo libro di gospel latino è uno straordinario manoscritto in cui il testo ha trasceso le parole su una pagina per diventare l’arte iconica di una nazione.
Un capolavoro di arte insulare
In Book of Kells è difficile separare le immagini dal testo. Tra le tavole canoniche, le immagini figurative e le iniziali calligrafiche dei Vangeli, ci sono due dozzine di pagine di arte iconica. Tra le immagini illustrative del libro ci sono la Vergine con il Bambino, la Crocifissione e l’immagine inquietante dell’arresto di Gesù (sta in piedi con le mani protese ad indicare le croci al margine della pagina, anticipando la sua crocifissione è affiancato da due uomini che lo tengono per i polsi mentre lo prendono in custodia).
Le viti del giardino del Getsemani si arricciano asimmetricamente dalle corone delle loro teste. Fungendo da chiave di volta per l’arco di cornice, teste mostruose, le loro lingue intrecciate, riecheggiano tra gli sguardi degli uomini che arrestano Gesù. Le figure sono appiattite e stilizzate come se fossero realizzate in metallo, ma il pathos e la tensione della scena rimangono rigidi e vibranti.
Ingioiellato ma non con oro e argento
Il testo principale del Book of Kells è scritto in maiuscola insulare con ricco inchiostro nero, eppure ogni pagina è così impreziosita da iniziali colorate e decorate e da fantastiche creature intrecciate dai colori vivaci.
La complessità e il dettaglio dell’artigianato che riempiono le pagine è una testimonianza della dedizione con cui è stato realizzato il libro. Registra le tavole canoniche eusebiane, la versione latina vulgata di Girolamo dei Vangeli con accompagnamento di Argumenta e Breves Causae e letture aggiuntive dalla traduzione latina antica.
Un sopravvissuto ai vichinghi
Quando la comunità monastica di Iona fuggì in Irlanda e si stabilì a Kells con il suo prezioso libro evangelico, lo fece per sfuggire alla devastazione portata dai predoni vichinghi, che erano stati una minaccia costante per tutto l’VIII secolo. Sfortunatamente, i Vichinghi arrivarono a Kells e il libro fu rubato, probabilmente per le sue copertine in oro e gioielli.
Le pagine del libro sono state recuperate, essendo state sepolte dai suoi ladri. Dopo lo scioglimento del monastero, passò infine all’arcivescovo Ussher che, nel 1621, vendette il libro all’esercito inglese. Fu tenuto nel castello di Dublino fino al 1661 quando fu presentato al Trinity College di Dublino da Carlo II. Oggi è ancora lì.
Caratteristiche del libro
È composto da 340 fogli ed è considerato uno dei tesori dell’arte celtica. Oltre ai testi, il manoscritto è composto da illustrazioni e decorazioni di rara bellezza.
Il volume originale contiene le traduzioni dei Vangeli di Marco, Luca e Matteo, quello di Giovanni si presenta incompleto, non sappiamo se il materiale mancante sia andato perso o se non era stato completato per ragioni che non conosciamo.
Come i Vangeli di Lindisfarne, anche il libro di Kells è stato esposto in copia originale nell’ambito della mostra “Anglo-Saxon Kingdoms: Art, Word, War” presso la British Library di Londra. Oggi se ne può ammirare una copia in facsimile presso il Museo di Arte Sacra dell’Abbazia di San Salvatore.
La copia originale, invece, è custodita presso la Old Library del Trinity College di Dublino. Qui anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha potuto ammirarlo durante uno dei suoi viaggi ufficiali in Irlanda.